Il poliestere riciclato Rpet è una fibra tessile sintetica che si ottiene fondendo la plastica e rifilandola in una fibra di poliestere; questo permette il riciclo dando ai materiali; (che non sono biodegradabili) una nuova vita evitando che quest’ultimi finiscano in discariche, oceani ed inceneritori.
Qualitativamente simile al poliestere vergine, la sua produzione richiede un dispendio nettamente inferiore di energia infatti, il suo utilizzo, riduce l’estrazione del petrolio greggio e gas naturale dalla terra ed il suo riuso avviene per mezzo di due meccanismi:
1.Il primo processo, ossia quello meccanico, consiste nel lavare e triturare una bottiglia di plastica trasformandola in un chip di poliestere per ottenere una nuova produzione della fibra.
La maggior parte del poliestere riciclato è ottenuto attraverso il riciclaggio meccanico in quanto più economico ma, l’incoerenza nell’assorbimento del colorante, rende difficile la sua omogeneità richiedendo un uso ulteriore di prodotti chimici, energia ed acqua.
2. il riciclaggio chimico invece, riporta ai monomeri originali il prodotto di scarto rendendolo indistinguibile dal poliestere vergine.
Nonostante la maggior parte delle persone creda che la plastica possa essere riciclata all’infinito, ogni volta che viene riscaldata degenera e la successiva iterazione del polimero viene degradata e utilizzata per creare prodotti di qualità inferiore proprio come afferma Patty Grossman.
Anche se il mondo dovrebbe produrre e consumare meno è opportuno che nel proprio piccolo ognuno di noi agisca nella consapevolezza e responsabilità di lasciare al prossimo un mondo migliore.